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 · PEUGEOT SATELIS 400/500
08/06/07
Test su strada
pag. 1 di 1

Veloce trasferta nella splendida zona di Doubs, nella France Comté, non lontano dallo stabilimento e dal museo storico Peugeot di Sochaux, per la presentazione ed il test su strada dei Satelis più potenti in gamma.
Una coppia di veicoli decisamente importanti per il gruppo francese, che fa il suo debutto nel segmento degli over 250cc, attingendo a motori Piaggio, così come avviene per il 250cc, mentre il 125 e l'esclusivo 125 Compressor sono totalmente made in France.
Arrivano a movimentare un segmento già vivace, ed anche prestigioso, dove si concentra l'attenzione dei maxi-scooteristi più appassionati ed esigenti, che vogliono coniugare gli inevitabili tragitti, ad un più gratificante turismo a medio ed ampio raggio.
Anche questa volta i progettisti francesi sono convinti di aver fatto le cose per bene e in effetti i Satelis hanno molte carte da giocare nei confronti della concorrenza, prima fra tutte la disponibilità per entrambe le motorizzazioni della frenata ABS, soluzione che attualmente nessun competitor può vantare, sia fra i 400cc che fra i 500 monocilindrici.
Come tradizione sono entrambi disponibili in tre differenti allestimenti: si parte dalla PREMIUM, che sarebbe ingiusto definire 'base', visto il già ricco allestimento e si passa alla CITY che offre in più la catena antifurto Abus, entrambi con frenata tradizionale a tre dischi, mentre la versione EXECUTIVE, oltre alla catena Abus, si avvantaggia del sistema di frenata ABS/PBS, di tipo combinato, con servofreno e sistema antibloccaggio.
Oggetto di questo primo test sono i modelli Premium e City, mentre all'Executive dedicheremo quanto prima una prova più approfondita, magari tornando a visitare con più calma proprio la regione della France Comté.

LINEA
Un mix elegante di linee curve, tese e spezzate che offre il meglio di sé nella vista di tre quarti posteriore dove la linea dei fari, ideale continuazione dei maniglioni, nobilita un retrotreno che riesce a dire qualcosa di nuovo nel sempre più inflazionato design scooteristico. Più tradizionali sia l'andamento laterale che lo scudo anteriore, quest'ultimo caratterizzato dagli elaborati gruppi ottici, mediati dal frontale della 407, cugina a quattro ruote.
Interessante che a disegnarne le forme abbia contribuito anche un attento studio aerodinamico in galleria del vento, che ha permesso di ottenere un coefficiente di penetrazione fra i più bassi della sua categoria.
Particolare cura è stata posta oltre che nei dettagli estetici, anche negli accoppiamenti e nella qualità delle plastiche con poche viti a vista ed un cruscotto piacevole e completo.
Si distinguono dai modelli di cilindrata inferiore per la presenza dello schienalino passeggero, dalle feritoie di sfogo per il radiatore nel tunnel centrale e dal motivo in alcantara sulla sella, oltre naturalmente al più generoso blocco motore/marmitta. Praticamente identici invece fra di loro, visto che cambia solo la targhetta con i valori della cilindrata applicata allo scudo sinistro.
Si poteva osare di più nella scelta cromatica che 'spazia' dal Nero Perlato al Grigio Luxus fino al Grigio Technium...

STRUMENTAZIONE
Completa, ma anche semplice e ben leggibile, disposta in tre elementi sferici con bordo cromato. Al centro troviamo il display digitale multifunzione: contachilometri totale e parziale, temperatura ambiente e del liquido refrigerante, orologio, livello carburante con lampeggio per la riserva, oltre alle spie di insufficiente pressione olio, cavalletto laterale, immobilizer e check dell'iniezione elettronica. Ai lati, tachimetro e contagiri, abbinati a spie per indicatori di direzione, luci abbaglianti e apertura vano sottosella. Il tutto si comanda con tasti al manubrio e s'illumina con vivaci spie multicolor.

COMANDI
Tutto molto simile alle cilindrate inferiori, ma non va consideratoun demerito, visto che quasi tutto si era dimostrato funzionale e qualcosa è stato anche migliorato, parlo degli specchi retrovisori asferici, ora disponibili in tutti gli allestimenti e del nuovo cavalletto laterale, che ha perso il rientro automatico a molla, dimostrandosi più stabile e sicuro, grazie anche al blocco dell'accensione. Manca però ancora il freno di stazionamento, mentre il cavalletto centrale è diventato meno pratico e, complice il maggior peso, anche più impegnativo. Torna il comando d'emergenza per spegnere il motore, senza perdere quello per le quattro frecce simultanee.
Da segnalare la chiave d'accensione che s'infila lateralmente per non interferire con le ginocchia in caso d'urto frontale. È dotata di consenso all'immobilizer e permette di accedere al vano sottosella anche senza spegnere il motore.
Il tappo del serbatoio carburante (14 litri), è celato da un sportello con serratura, entrambi in materiale plastico piuttosto leggero.

VANI BAGAGLIO
Troviamo tanti piccoli vani anteriori: uno sulla sinistra del retroscudo non ampio, ma profondo, ospita anche la presa di corrente a 12 volt, ma si può aprire solo a chiave, uno al centro del manubrio con (fragile) chiusura a scatto e uno in punta di sella che contiene il rivestimento antipioggia, il tutto abbinato al non solidissimo gancio appendiborse sul tunnel centrale.
Il vano principale si trova sotto la sella, è illuminato, ma non rivestito, e in grado di ospitare due caschi integrali 'compatti' oppure un apribile ed un jet con visiera, oppure ancora una valigia 48 ore. L'accesso è comandato direttamente dalla chiave d'accensione oppure da telecomando (opzionale) e agisce sulla porzione di sella del passeggero e parte della coda, che si sollevano automaticamente offrendo un pratico accesso. Il vantaggio è che si può poggiare il casco sulla sella del pilota mentre si carica il sottosella, lo svantaggio che se si vuole montare il bauletto, serve un portapacchi ribaltabile.
Le versioni City ed Executive, ospitano poi anche la catena antifurto Abus da 140mm, che si fissa alla serratura blindata nella coda del veicolo.

CICLISTICA
Il layout del telaio è simile alle versioni di cilindrata inferiore, già sovradimensionate, in più è stato rinforzato nei punti più sollecitati e dotato di freni e sospensioni adeguati all'incremento di peso e prestazioni.
Gli ingombri sono praticamente gli stessi del 125, risultano quindi fra i più contenuti nella classe 400/500 con una lunghezza di 2152mm, una larghezza massima (agli specchi)di 889 e minima di 620 (alla carrozzeria) e un interasse contenuto in 1500mm. Al contrario il peso dichiarato in 213kg, appare oltre la media, ma potrebbe anche essere solo più 'realistico'.
La novità ciclistica di maggior rilievo, che è stata anche oggetto di brevetto è il collegamento del motore (oscillante) al telaio, con una soluzione denominata DSL (Dual Swinging Linkage), in pratica un doppio braccio in grado di smorzare al meglio le vibrazioni del propulsore mantenendo al contempo una rigidità strutturale superiore alle soluzioni tradizionali.
Nella stessa ottica cresce a 14 pollici il diametro della ruota posteriore, ora allineata a quella anteriore, calzate da pneumatici Michelin Gold Standard da 120/70 e 150/70.
Apparenza solida per la forcella anteriore a piastra singola, con perno trascinato, steli da 40mm e corsa di 94mm.
Una coppia di ammortizzatori Paioli regolabili su 4 posizioni si occupa di sostenere il propulsore, tenerne a bada le performance e lottare con le asperità stradali.
Come detto le soluzioni per l'impianto frenante sono differenti a seconda dell'allestimento, in quelli testati: Premium e City troviamo un doppio disco anteriore da 260mm e un disco posteriore da 240mm, lavorati indipendentemente da pinze Nissin. Executive adotta invece il sistema combinato ABS/PBS, rinuncia ad un disco anteriore, ma guadagna il servofreno ed il sistema antibloccaggio, tutto comandato dalla sola leva di sinistra. In più tutte le tubazioni sono in treccia metallica e non in gomma.

PROPULSORI
Si tratta delle ultime versioni dei Master prodotti da Piaggio, differenziate nella cilindrata e per la presenza della doppia accensione nel 500cc.
Ovviamente cambiano i dati di potenza e coppia massima: 24kW e 38,1Nm per il 398,9cc che salgono a 27,5kW e 42,1Nm per il 492,7.
Una soluzione che permette ai neopatentati o ai turisti più esigenti di scegliere la versione più aderente alle proprie necessità.
In termini di prestazioni massime, il divario velocistico dichiarato è di 10km/h: 150 per il 400 e 160 per il 500, con consumi di 4,5litri ogni 100km per entrambe le versioni (senza specificare la metodologia di rilevazione).
Come ormai saprete, si tratta di propulsori raffreddati a liquido, con alimentazione ad iniezione elettronica, testata a 4 valvole, distribuzione monoalbero, contralbero antivibrazioni e cambio a variazione continua, entrambi omologati Euro 3.

SU STRADA
Un bel tour di quasi 200km, su e giù per le colline, con strade avvincenti anche se non sempre dal fondo affidabile. Un test probante, limitato solo dalla mancanza di veloci tratti autostradali e dal traffico impazzito delle nostre città, visto che nella Doubs, la calma ed il poco traffico regnano sovrani.
Visto il debutto di Peugeot in queste cilindrate, la curiosità era tanta anche perché oltre 250cc il lavoro dei progettisti si complica non poco, dato il peso e l'ingombro del propulsore che oscilla assieme alla ruota posteriore. Soluzione tipica per lo scooter, ma disomogenea nella distribuzione dei pesi fra anteriore e posteriore e che rende più complesso il settaggio delle sospensioni, alle prese anche con prestazioni significative.
Consci del fatto che anche gli scooter di grossa cilindrata devono mantenere la loro agilità urbana, i tecnici francesi sono riusciti a mantenere una maneggevolezza da primato, aiutata dall'ampio raggio di sterzo, con un'apprezzabile stabilità al crescere della velocità. Degno di nota poi che siano riusciti nell'intento senza irrigidire troppo le sospensioni, a tutto vantaggio del comfort.
Il risultato è uno scooter ben bilanciato, che riesce a zigzagare nel traffico grazie all'ampio raggio di sterzo, che s'inserisce velocemente in curva e che mantiene rigore anche a velocità autostradali. Per un uso turistico le sospensioni lavorano decisamente bene, solo alzando il ritmo, magari su strade sconnesse, la taratura della forcella risulta troppo cedevole e si inizia a percepire la tipica distribuzione dei pesi sbilanciata al posteriore.
Mi sento però di condividere la scelta fatta da Peugeot a favore del comfort, visto che chi ha pruriti sportivi li potrà facilmente trovare altrove, e magari sfogare in pista... Detto questo, l'ampio angolo di piega e la neutralità di guida consente di togliersi parecchie soddisfazioni, ben oltre a quanto consentito dal codice della strada.
La frenata è potente e modulabile anche con il sistema tradizionale, il doppio disco anteriore fa un buon lavoro e trasmette anche un discreto feeling, mentre il posteriore coadiuva la frenata arrivando ben difficilmente al bloccaggio. Pinzando al massimo però la forcella affonda velocemente, pur senza arrivare a fondo corsa, ma allungando un eventuale inserimento in curva.
La diversa personalità dei propulsori emerge immediatamente, il 400 è più regolare, con un'accelerazione costante senza picchi e vibrazioni, il 500 invece è più brioso, soprattutto ai medi regimi, offre qualcosa di più nei sorpassi, in salita e magari con il passeggero a bordo al pezzo di qualche vibrazione. Entrambi mostrano una buona capacità di allungo e sono in grado di cavarsela in ogni tipo di turismo, anche autostradale.
La protezione aerodinamica è piuttosto riuscita, sia al busto che alle gambe e anche le turbolenze generate del parabrezza sono minime.
Anche la posizione di guida è azzeccata, peccato solo che per mettere entrambi i piedi a terra sia meglio misurare almeno un metro e settanta, in compenso la generosa imbottitura della sella, l'ampio spazio a disposizione delle gambe e la possibilità di assumere le due tipiche posizioni di guida (più attiva o più rilassata) fanno di Satelis uno (due!) scooter confortevole e adatto al turismo ad ampio raggio. Volendo fare il pignolo, manca lo schienale regolabile per il pilota, ed il passeggero è troppo sollevato e quindi maggiormente esposto a vento ed intemperie. In compenso l'efficacia degli specchi retrovisori e dei fari anteriori (accesi in coppia) è quanto di meglio si possa trovare sul mercato.
Non ho potuto testare velocità massima e consumi, ma i valori dichiarati dovrebbero essere vicini alla realtà, in più con 14 litri di carburante, anche l'autonomia sembra interessante.

COMPETITOR
Il segmento è decisamente affollato: si parte dai 400 giapponesi Suzuki Burgman e Yamaha Majesty, decisamente più costosi e non necessariamente più dotati, anzi leggermente inferiori a livello di propulsore. Più evoluto invece l'Honda Silver Wing con propulsore bicilindrico solidale al telaio. Si passa così ai 400 italiani: l'Aprilia Atlantic Sprint costa poco meno, ma ha anche dotazioni inferiori, il motore è lo stesso, è forse più rigoroso sul veloce, ma anche più rigido di sospensioni; il Piaggio Xevo sta per uscire, quindi non sappiamo ancora come va, anche se non dovrebbe differire dall'X8, in compenso il prezzo è aumentato.
Fra i 500 ritroviamo l'Atlantic Sprint e l'ormai datato Piaggio X9 Street, mentre il Malaguti SpiderMax appare più voluminoso e costoso. Non va poi dimenticato il più economico Kymco Xciting di recente rinnovato con l'iniezione elettronica.

ACCESSORI
Ho avuto modo di testare il funzionamento del portapacchi ribaltabile e ho dovuto parzialmente ricredermi, infatti l'accesso al sottosella è più facile e veloce di quanto si possa immaginare. Comodo, anche se esteticamente non inappuntabile il nuovo e più solido supporto per il navigatore Tom Tom Rider. Interessante, in inverno, il kit di deflettori che trattiene nel retroscudo l'aria calda in arrivo dagli sfoghi del radiatore.

CONCLUSIONI
Come e più che per nelle altre motorizzazioni Satelis 400 e 500 mi è sembrato un prodotto maturo e completo, in grado di destreggiarsi abilmente dalla città all'autostrada, con la giusta dose di comfort e praticità. La ciclistica equilibrata consente di guidare in scioltezza sia a neofiti che a piloti esperti, anche a ritmi sostenuti.
Costruzione e finiture, anche se non tutte di 'livello giapponese', sono comunque di buona qualità e quanto a dotazioni è difficile chiedere di più, forse il freno di stazionamento...
Anche i prezzi sembrano azzeccati rispetto ai contenuti ed ai competitor, si tratta allora solo di scegliere la cilindrata: se amate la guida rilassata il 400 fa per voi, se invece avete il polso pesante, allora meglio il 500 twin spark.
Il tutto riferito alle versioni Premium e City, quindi prive della frenata ABS/PBS, che aggiunge un vantaggio fondamentale nei confronti dei competitor e di cui torneremo a parlare in una prova più approfondita.

Testo by Fabrizio Villa
Foto by MCP



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ABBIGLIAMENTO
Casco:
Caberg
Justissimo GT
Giacca:
Acerbis
Tytan
Guanti:
Tucano Urbano
'Nero di Seppia'
Pantaloni:
Giali
J61
Stivali:
Oxtar
'Freespirit'

 

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