Dopo la sgroppata
in montagna in compagnia del Burgman 400, verificato che
i due scatenati tester Schiapp e Pasc non sono comunque
riusciti a mettere in difficoltà il top di Noale,
abbiamo pensato di sottoporlo ad una più consueta
fuga al mare, che per noi milanesi vuol dire, tradizionalmente,
Liguria.
Tanto per andare in compagnia, Michele ed io, abbiamo
'approfittato' del veicolo di cortesia della disponibilissima
concessionaria WheelUp
di Monza: un Piaggio X9 500 SL
giallo canarino. Non poteva infatti mancare un testa a
testa con il concorrente diretto di Atlantic, dotato lo
ricordiamo, del medesimo propulsore.
ANALISI STATICA
Dell'Atlantic abbiamo già detto tutto e di più,
quindi diamo un'occhiata al 'collega'.
Esteticamente più discreto,
a parte il colore, risulta quasi indistinguibile dai modelli
di minore cilindrata se non per il parabrezza regolabile
e la voluminosa marmitta. Il muso dispone di doppi fari
oblunghi con parabole separate per posizione e abbagliante/anabbagliante.
Al retrotreno due elementi laterali inglobano fari e frecce
mentre un elemento centrale funziona come luce stop.
La sella ha la classica conformazione
a due piani e le pedane del passeggero sono integrate
nella pedana.
La strumentazione mista analogico-digitale
comprende tutto quello che si può desiderare e anche
di più, praticamente le stesse funzioni dell'Atlantic,
ma disposte in due elementi separati, con la parte digitale
al centro del manubrio; peccato che questo elemento copra,
in parte, la visione degli elementi analogici.
Continuando nella descrizione troviamo tre elementi esclusivi
che Piaggio mette in campo: il parabrezza
regolabile in altezza su tre posizioni, una soluzione
che permette ad ognuno di trovare la protezione più
adatta alla propria altezza, peccato che la regolazione
tramite viti non sia tra le più comode e scoraggi
variazioni frequenti. Il secondo 'gadget' è il cavalletto
centrale ad azionamento elettrico: basta premere
un tasto stando in sella e l'X9 sale sul cavalletto da
solo, manovra comoda soprattutto se siete carichi di bagagli
o poco avvezzi all'operazione manuale. Va però detto
che la discesa dal cavalletto, non automatica, richiede
uno sforzo superiore alla media. Terzo accessorio esclusivo
della serie SL è il 'PICS',
un sistema integrato interfono pilota-passeggero, radio
RDS e collegamento al telefono cellulare, comandabili
da un pratico 'satellite' al manubrio con tanto di display,
purtroppo non abbiamo avuto modo di testarlo perché
il nostro casco mancava di cuffie e microfono... e poi
non c'era il passeggero!
Sia Aprilia che Piaggio offrono la comoda presa
di corrente a 12 volt, ma sono privi dell'utile
freno a mano.
Per concludere veniamo alla spazio
bagagli che nell'X9 è maggiormente sfruttabile:
nel sottosella trovano posto un casco integrale e un demi-jet
senza difficoltà, e anche lo spazio nel retroscudo
è superiore. Più scomodo però l'accesso,
che richiede sempre l'apertura del vano scudo, la pressione
di una leva, e solo allora il sollevamento della sella;
stessa operazione per accedere al tappo carburante: procedura
che alla lunga diventa fastidiosa.
Passando alla ciclistica,
troviamo dimensioni complessivamente più contenute
nel caso del Piaggio, si passa dalla lunghezza massima
di 2100mm al passo di 1485mm per un peso di 198 kg, solo
l'altezza sella di 785mm e la larghezza di 865mm sono
superiori.
Sul motore poco da aggiungere,
se non che si tratta di un progetto sviluppato dalla Divisione
Motori Piaggio, che fa parte della serie denominata Master
(Multi-valve Advanced Super Torque Engine Range), e dispone
degli stessi dati caratteristici già dichiarati per
Atlantic.
ANALISI DINAMICA
Ritrovo e partenza presso la concessionaria Wheelup di
Monza, e prime sensazioni salendo in sella:
il Piaggio si dimostra più
leggero e compatto, esibendo le stesse misure
del 250, mentre l'Atlantic, superiore come peso e dimensioni,
incute maggiore rispetto.
Si ribaltano i giudizi per la posizione
di guida, la sella dell'Atlantic è sicuramente
più accogliente e le braccia maggiormente distese,
mentre quella dall'X9 risulta un po' corta, stringendoci
fra lo schienale e il rigido rialzo anteriore, anche se
le gambe hanno più spazio per distendersi.
Siamo particolarmente curiosi di testare l'X9, dopo averlo
avuto in anteprima al momento del lancio, perché
come molti sapranno, era stato momentaneamente ritirato
dal mercato per problemi di surriscaldamento al pneumatico
posteriore, per poi tornare dai concessionari, con le
necessarie migliorie.
Michele inforca l'Atlantic e io l'X9,
si fa il pieno di carburante, e via verso il casello autostradale
della Milano-Genova prevedendo l'attraversamento di tutta
Milano per saggiare il comportamento
urbano.
La prima differenza che notiamo è la maggiore presenza
di vibrazioni a bordo del
Piaggio, distribuite uniformemente fra pedana, sella e
manubrio, vibrazioni che spariscono a cavallo dell'Atlantic.
Il rovescio della medaglia è che allo scatto
l'X9 guadagna terreno, per via del favorevole rapporto
peso-potenza, vantaggio che poi mantiene e incrementa
man mano che il traffico si fa più compatto. Le dimensioni
inferiori e una maneggevolezza da 'scooterino' gli permettono
di sgusciare fra le auto con maggiore agilità. L'Atlantic,
dal canto suo, fa presto dimenticare la mole, con una
notevole facilità di guida e fluidità d'erogazione,
ma non riesce a tenere il passo del rivale dove le dimensioni
e il raggio di sterzo fanno la differenza.
Il reparto sospensioni fatica
in entrambi i casi a tener testa alle martoriate strade
milanesi, ma la maggior cedevolezza del Piaggio spunta
una valutazione di poco superiore.
Eccoci così giunti in tangenziale
prima e in autostrada subito dopo, con destinazione Ovada:
110 km di rettilineo per saggiare comfort
e stabilità sul veloce.
Posizionato il parabrezza dell'X9 nella posizione più
alta partiamo: il Piaggio prende vantaggio grazie all'accelerazione
più vigorosa, ma l'Atlantic lo segue senza perdere
troppo terreno, e quando arrivo all'area di servizio per
il cambio pilota, Michele si sta togliendo il casco, quindi
in una cinquantina di chilometri il distacco è minimo.
Ripartiamo e ci si ritrova al casello di Ovada
a posizioni invertite.
Le impressioni di entrambi non propendono per l'uno o
per l'altro veicolo, ma evidenziano una serie d'aspetti
a favore e sfavore.
Il Piaggio eccelle nella
protezione aerodinamica,
che arriva fino al casco eliminando rumorose turbolenze;
nella maggiore accelerazione
e velocità massima (171km/h);
e in una superiore stabilità
alle alte velocità. In compenso le vibrazioni
del motore sono maggiormente percepibili; la posizione
di guida risulta meno comoda per via della sella
che tende a far scivolare in avanti, dove l'imbottitura
più rigida va ad interferire con i nostri 'preziosi
gioielli'; e si avverte qualche spiffero su mani e gambe.
Nell'Atlantic notiamo una
posizione di guida particolarmente
indovinata, una sella comoda,
la pressoché totale assenza di vibrazioni
e una velocità ideale, per protezione e stabilità,
che si situa fra i 120 e i 140 km/h, oltre (fino a 167
km/h) la pressione dell'aria
sul casco si fa più insistente e qualche fenomeno
di beccheggio perturba il
comfort di marcia.
Altro cambio di mezzo e via per le
tortuose e spettacolari strade dell'Appennino
che, superando Tiglieto,
Urbe, e Sassello
conducono al passo del Giovo
per poi puntare verso il mare, in direzione Varazze
seguendo il torrente Teiro.
La zona è battuta dagli smanettoni della zona e in
effetti, l'ottimo asfalto e la varietà del percorso,
sono l'ideale per testare moto (in questo caso scooter),
e pilota.
Senza assumerci rischi eccessivi, ma cercando una guida
veloce e gratificante ci siamo lanciati nel percorso,
l'Atlantic davanti e l'X9 dietro. Man mano che il percorso
si è fatto più impegnativo l'X9 tendeva a perdere
terreno, in particolare nella velocità di percorrenza
in curva, salvo tentare di recuperare nei rari e brevi
rettilinei. Scambiandoci i mezzi la situazione non è
cambiata e l'opinione di entrambi è a favore dell'Aprilia.
L'equilibrio complessivo;
la naturalezza con cui scende
in piega, permettendo anche variazioni d'assetto; la solidità
della forcella anteriore e la frenata
ben modulabile ne fanno un'avversario piuttosto temibile;
in più l'angolo d'inclinazione
è accentuato e solo sul lato destro la marmitta arriva
a strisciare sull'asfalto.
L'X9 dispone di maggiore
accelerazione, ma risulta
meno intuitivo nell'inserimento
in curva: scende in piega troppo velocemente portando
poi a correggere la traiettoria, inoltre frenando forte
la forcella viene messa un
po' in crisi e le possibilità
di piega sono limitate dal cavalletto sulla sinistra
e dalla marmitta sull'altro lato, che toccano l'asfalto.
Giunti a Varazze, presi accordi con
i bagni Punta Bella per la
gita del CyberScooter Club e dopo una sosta ristoratrice
al cospetto di una magnifica giornata di sole è ora
di riprendere la strada della metropoli, questa volta
tutta in autostrada.
Dopo aver percorso il tratto fino a Genova
a passo d'uomo per via della coda di auto, inforchiamo
la A26 e diamo fondo ai 29kW
dei motori Master. L'autostrada, detta del Turchino
per via del Passo omonimo, non è certo rettilinea
e le curve veloci permettono
di mettere alla frusta la ciclistica dei nostri maxiscooter,
inoltre la pendenza richiede anche una buona dose di potenza.
Va detto che in condizioni limite
entrambi le ciclistiche mostrano la corda, mentre la potenza
del motore si dimostra sufficiente per tenere un bel passo,
questo per ricordare che siamo a bordo di scooter
turistici e non di moto sportive, per cui ben vengano
medie anche elevate, ma scordiamoci di percorrere le curve
autostradali a 160km/h senza che si manifestino ondeggiamenti.
In questa situazione il Piaggio
si è preso la rivincita, per via di prestazioni complessivamente
superiori, sia di motore che di ciclistica. Siamo così
ripassati, da Ovada per rientrare velocemente nella metropoli
di partenza.
I consumi sono piuttosto
allineati, il Piaggio ha superato i 20 km/litro, contro
i poco più di 19 dell'Aprilia.
CONCLUSIONI
Innanzitutto consigliamo tutti di concedersi una fuga
dall'autostrada per godersi le bellissime
e poco affollate strade dell'Appennino: sottrarrete
un'oretta alla spiaggia, ma ne sarà valsa la pena!
Tornando invece ai nostri 'contendenti', senza retorica,
è difficile trovare vincitore e vinto perché
ognuno ha caratteristiche e peculiarità
differenti che lo faranno preferire ad ognuno a
seconda del proprio utilizzo. Compito di chi li prova,
e ne scrive, evidenziare questi aspetti per aiutare
il lettore nella scelta del mezzo a lui più
congeniale.
Nel caso di Atlantic e X9 ci siamo trovati anche di fronte
ad alcune sorprese, infatti il più 'cittadino' Piaggio
si è aggiudicato la prova autostradale,
mentre il più pacioso Aprilia si è dimostrato
un'insospettabile piegatore
avvantaggiandosi nel misto.
Il comfort complessivo è
a favore nell'Atlantic, ma alle alte velocità il
parabrezza regolabile del Piaggio fà la differenza.
Gli spazi utilizzabili per
i bagagli sono meglio sfruttabili nel Piaggio, anche se
il sistema d'apertura è più scomodo e, le elevate
temperature che si raggiungono nel sottosella sconsigliano
di riporvi oggetti delicati.
Maggiore la maneggevolezza
del Piaggio nell'uso urbano, ma più evidenti le vibrazioni,
e i sussulti del motore ai
bassissimi regimi.
Più a punto la frenata
dell'Atlantic assistita anche da una forcella
più solida, ma le sospensioni
del Piaggio sono di poco più confortevoli.
Ottima per entrambi la dotazione
di accessori anche se il Piaggio si avvantaggia
per il parabrezza regolabile, la presenza del PICS ed
il cavalletto elettrico.
Ci è sembrata invece migliore la qualità
delle plastiche e degli assemblaggi nell'Atlantic.
Ultimo, ma non proprio, il prezzo
d'acquisto che vede avvantaggiato lo scooter di
Noale: 6.481 euro invece
di 7.336 non sono spiccioli,
lo sanno bene i venditori e infatti le promozioni Piaggio
alleggeriscono sostanzialmente il divario.
Noi un vincitore assoluto non siamo
riusciti a trovarlo, e non pensiamo neppure che sia assolutamente
necessario, speriamo invece di essere riusciti a trasmettere
tutte quelle molteplici sfaccettature e impressioni d'uso,
per far si che ognuno trovi il proprio.
E poi non dimenticate mai di fare un giro di prova in
prima persona, alla fine è il vostro il giudizio
più importante.
Testo e foto:
Fabrizio Villa
Tester: Michele, Fabrizio
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