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 · APRILIA ATLANTIC 500
18/07/02
Al mare con il Piaggio X9 500 SL
pag. 7/8
>>> Vedi anche: Anteprima, Descrizione, Test su Strada, Prova Fabio S., Prova Fabio J., 1000km con il Burgman 400, Impressioni CyberScooter Club.

Dopo la sgroppata in montagna in compagnia del Burgman 400, verificato che i due scatenati tester Schiapp e Pasc non sono comunque riusciti a mettere in difficoltà il top di Noale, abbiamo pensato di sottoporlo ad una più consueta fuga al mare, che per noi milanesi vuol dire, tradizionalmente, Liguria.
Tanto per andare in compagnia, Michele ed io, abbiamo 'approfittato' del veicolo di cortesia della disponibilissima concessionaria WheelUp di Monza: un Piaggio X9 500 SL giallo canarino. Non poteva infatti mancare un testa a testa con il concorrente diretto di Atlantic, dotato lo ricordiamo, del medesimo propulsore.

ANALISI STATICA
Dell'Atlantic abbiamo già detto tutto e di più, quindi diamo un'occhiata al 'collega'.
Esteticamente più discreto, a parte il colore, risulta quasi indistinguibile dai modelli di minore cilindrata se non per il parabrezza regolabile e la voluminosa marmitta. Il muso dispone di doppi fari oblunghi con parabole separate per posizione e abbagliante/anabbagliante. Al retrotreno due elementi laterali inglobano fari e frecce mentre un elemento centrale funziona come luce stop.
La sella ha la classica conformazione a due piani e le pedane del passeggero sono integrate nella pedana.
La strumentazione mista analogico-digitale comprende tutto quello che si può desiderare e anche di più, praticamente le stesse funzioni dell'Atlantic, ma disposte in due elementi separati, con la parte digitale al centro del manubrio; peccato che questo elemento copra, in parte, la visione degli elementi analogici.
Continuando nella descrizione troviamo tre elementi esclusivi che Piaggio mette in campo: il parabrezza regolabile in altezza su tre posizioni, una soluzione che permette ad ognuno di trovare la protezione più adatta alla propria altezza, peccato che la regolazione tramite viti non sia tra le più comode e scoraggi variazioni frequenti. Il secondo 'gadget' è il cavalletto centrale ad azionamento elettrico: basta premere un tasto stando in sella e l'X9 sale sul cavalletto da solo, manovra comoda soprattutto se siete carichi di bagagli o poco avvezzi all'operazione manuale. Va però detto che la discesa dal cavalletto, non automatica, richiede uno sforzo superiore alla media. Terzo accessorio esclusivo della serie SL è il 'PICS', un sistema integrato interfono pilota-passeggero, radio RDS e collegamento al telefono cellulare, comandabili da un pratico 'satellite' al manubrio con tanto di display, purtroppo non abbiamo avuto modo di testarlo perché il nostro casco mancava di cuffie e microfono... e poi non c'era il passeggero!
Sia Aprilia che Piaggio offrono la comoda presa di corrente a 12 volt, ma sono privi dell'utile freno a mano.
Per concludere veniamo alla spazio bagagli che nell'X9 è maggiormente sfruttabile: nel sottosella trovano posto un casco integrale e un demi-jet senza difficoltà, e anche lo spazio nel retroscudo è superiore. Più scomodo però l'accesso, che richiede sempre l'apertura del vano scudo, la pressione di una leva, e solo allora il sollevamento della sella; stessa operazione per accedere al tappo carburante: procedura che alla lunga diventa fastidiosa.
Passando alla ciclistica, troviamo dimensioni complessivamente più contenute nel caso del Piaggio, si passa dalla lunghezza massima di 2100mm al passo di 1485mm per un peso di 198 kg, solo l'altezza sella di 785mm e la larghezza di 865mm sono superiori.
Sul motore poco da aggiungere, se non che si tratta di un progetto sviluppato dalla Divisione Motori Piaggio, che fa parte della serie denominata Master (Multi-valve Advanced Super Torque Engine Range), e dispone degli stessi dati caratteristici già dichiarati per Atlantic.

ANALISI DINAMICA
Ritrovo e partenza presso la concessionaria Wheelup di Monza, e prime sensazioni salendo in sella:
il Piaggio si dimostra più leggero e compatto, esibendo le stesse misure del 250, mentre l'Atlantic, superiore come peso e dimensioni, incute maggiore rispetto.
Si ribaltano i giudizi per la posizione di guida, la sella dell'Atlantic è sicuramente più accogliente e le braccia maggiormente distese, mentre quella dall'X9 risulta un po' corta, stringendoci fra lo schienale e il rigido rialzo anteriore, anche se le gambe hanno più spazio per distendersi.
Siamo particolarmente curiosi di testare l'X9, dopo averlo avuto in anteprima al momento del lancio, perché come molti sapranno, era stato momentaneamente ritirato dal mercato per problemi di surriscaldamento al pneumatico posteriore, per poi tornare dai concessionari, con le necessarie migliorie.

Michele inforca l'Atlantic e io l'X9, si fa il pieno di carburante, e via verso il casello autostradale della Milano-Genova prevedendo l'attraversamento di tutta Milano per saggiare il comportamento urbano.
La prima differenza che notiamo è la maggiore presenza di vibrazioni a bordo del Piaggio, distribuite uniformemente fra pedana, sella e manubrio, vibrazioni che spariscono a cavallo dell'Atlantic.
Il rovescio della medaglia è che allo scatto l'X9 guadagna terreno, per via del favorevole rapporto peso-potenza, vantaggio che poi mantiene e incrementa man mano che il traffico si fa più compatto. Le dimensioni inferiori e una maneggevolezza da 'scooterino' gli permettono di sgusciare fra le auto con maggiore agilità. L'Atlantic, dal canto suo, fa presto dimenticare la mole, con una notevole facilità di guida e fluidità d'erogazione, ma non riesce a tenere il passo del rivale dove le dimensioni e il raggio di sterzo fanno la differenza.
Il reparto sospensioni fatica in entrambi i casi a tener testa alle martoriate strade milanesi, ma la maggior cedevolezza del Piaggio spunta una valutazione di poco superiore.

Eccoci così giunti in tangenziale prima e in autostrada subito dopo, con destinazione Ovada: 110 km di rettilineo per saggiare comfort e stabilità sul veloce.
Posizionato il parabrezza dell'X9 nella posizione più alta partiamo: il Piaggio prende vantaggio grazie all'accelerazione più vigorosa, ma l'Atlantic lo segue senza perdere troppo terreno, e quando arrivo all'area di servizio per il cambio pilota, Michele si sta togliendo il casco, quindi in una cinquantina di chilometri il distacco è minimo. Ripartiamo e ci si ritrova al casello di Ovada a posizioni invertite.
Le impressioni di entrambi non propendono per l'uno o per l'altro veicolo, ma evidenziano una serie d'aspetti a favore e sfavore.
Il Piaggio eccelle nella protezione aerodinamica, che arriva fino al casco eliminando rumorose turbolenze; nella maggiore accelerazione e velocità massima (171km/h); e in una superiore stabilità alle alte velocità. In compenso le vibrazioni del motore sono maggiormente percepibili; la posizione di guida risulta meno comoda per via della sella che tende a far scivolare in avanti, dove l'imbottitura più rigida va ad interferire con i nostri 'preziosi gioielli'; e si avverte qualche spiffero su mani e gambe.
Nell'Atlantic notiamo una posizione di guida particolarmente indovinata, una sella comoda, la pressoché totale assenza di vibrazioni e una velocità ideale, per protezione e stabilità, che si situa fra i 120 e i 140 km/h, oltre (fino a 167 km/h) la pressione dell'aria sul casco si fa più insistente e qualche fenomeno di beccheggio perturba il comfort di marcia.

Altro cambio di mezzo e via per le tortuose e spettacolari strade dell'Appennino che, superando Tiglieto, Urbe, e Sassello conducono al passo del Giovo per poi puntare verso il mare, in direzione Varazze seguendo il torrente Teiro. La zona è battuta dagli smanettoni della zona e in effetti, l'ottimo asfalto e la varietà del percorso, sono l'ideale per testare moto (in questo caso scooter), e pilota.
Senza assumerci rischi eccessivi, ma cercando una guida veloce e gratificante ci siamo lanciati nel percorso, l'Atlantic davanti e l'X9 dietro. Man mano che il percorso si è fatto più impegnativo l'X9 tendeva a perdere terreno, in particolare nella velocità di percorrenza in curva, salvo tentare di recuperare nei rari e brevi rettilinei. Scambiandoci i mezzi la situazione non è cambiata e l'opinione di entrambi è a favore dell'Aprilia. L'equilibrio complessivo; la naturalezza con cui scende in piega, permettendo anche variazioni d'assetto; la solidità della forcella anteriore e la frenata ben modulabile ne fanno un'avversario piuttosto temibile; in più l'angolo d'inclinazione è accentuato e solo sul lato destro la marmitta arriva a strisciare sull'asfalto.
L'X9 dispone di maggiore accelerazione, ma risulta meno intuitivo nell'inserimento in curva: scende in piega troppo velocemente portando poi a correggere la traiettoria, inoltre frenando forte la forcella viene messa un po' in crisi e le possibilità di piega sono limitate dal cavalletto sulla sinistra e dalla marmitta sull'altro lato, che toccano l'asfalto.

Giunti a Varazze, presi accordi con i bagni Punta Bella per la gita del CyberScooter Club e dopo una sosta ristoratrice al cospetto di una magnifica giornata di sole è ora di riprendere la strada della metropoli, questa volta tutta in autostrada.
Dopo aver percorso il tratto fino a Genova a passo d'uomo per via della coda di auto, inforchiamo la A26 e diamo fondo ai 29kW dei motori Master. L'autostrada, detta del Turchino per via del Passo omonimo, non è certo rettilinea e le curve veloci permettono di mettere alla frusta la ciclistica dei nostri maxiscooter, inoltre la pendenza richiede anche una buona dose di potenza.
Va detto che in condizioni limite entrambi le ciclistiche mostrano la corda, mentre la potenza del motore si dimostra sufficiente per tenere un bel passo, questo per ricordare che siamo a bordo di scooter turistici e non di moto sportive, per cui ben vengano medie anche elevate, ma scordiamoci di percorrere le curve autostradali a 160km/h senza che si manifestino ondeggiamenti.
In questa situazione il Piaggio si è preso la rivincita, per via di prestazioni complessivamente superiori, sia di motore che di ciclistica. Siamo così ripassati, da Ovada per rientrare velocemente nella metropoli di partenza.
I consumi sono piuttosto allineati, il Piaggio ha superato i 20 km/litro, contro i poco più di 19 dell'Aprilia.

CONCLUSIONI
Innanzitutto consigliamo tutti di concedersi una fuga dall'autostrada per godersi le bellissime e poco affollate strade dell'Appennino: sottrarrete un'oretta alla spiaggia, ma ne sarà valsa la pena!
Tornando invece ai nostri 'contendenti', senza retorica, è difficile trovare vincitore e vinto perché ognuno ha caratteristiche e peculiarità differenti che lo faranno preferire ad ognuno a seconda del proprio utilizzo. Compito di chi li prova, e ne scrive, evidenziare questi aspetti per aiutare il lettore nella scelta del mezzo a lui più congeniale.
Nel caso di Atlantic e X9 ci siamo trovati anche di fronte ad alcune sorprese, infatti il più 'cittadino' Piaggio si è aggiudicato la prova autostradale, mentre il più pacioso Aprilia si è dimostrato un'insospettabile piegatore avvantaggiandosi nel misto.
Il comfort complessivo è a favore nell'Atlantic, ma alle alte velocità il parabrezza regolabile del Piaggio fà la differenza.
Gli spazi utilizzabili per i bagagli sono meglio sfruttabili nel Piaggio, anche se il sistema d'apertura è più scomodo e, le elevate temperature che si raggiungono nel sottosella sconsigliano di riporvi oggetti delicati.
Maggiore la maneggevolezza del Piaggio nell'uso urbano, ma più evidenti le vibrazioni, e i sussulti del motore ai bassissimi regimi.
Più a punto la frenata dell'Atlantic assistita anche da una forcella più solida, ma le sospensioni del Piaggio sono di poco più confortevoli.
Ottima per entrambi la dotazione di accessori anche se il Piaggio si avvantaggia per il parabrezza regolabile, la presenza del PICS ed il cavalletto elettrico.
Ci è sembrata invece migliore la qualità delle plastiche e degli assemblaggi nell'Atlantic.
Ultimo, ma non proprio, il prezzo d'acquisto che vede avvantaggiato lo scooter di Noale: 6.481 euro invece di 7.336 non sono spiccioli, lo sanno bene i venditori e infatti le promozioni Piaggio alleggeriscono sostanzialmente il divario.

Noi un vincitore assoluto non siamo riusciti a trovarlo, e non pensiamo neppure che sia assolutamente necessario, speriamo invece di essere riusciti a trasmettere tutte quelle molteplici sfaccettature e impressioni d'uso, per far si che ognuno trovi il proprio.
E poi non dimenticate mai di fare un giro di prova in prima persona, alla fine è il vostro il giudizio più importante.

Testo e foto: Fabrizio Villa

Tester: Michele, Fabrizio

 

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