>> SUZUKI
Per prezzo, link e dati tecnici vai alla SuperScheda >>

 

 

 

 · Suzuki Burgman 200 '07
Prova blogger: Enrico Ruggeri
22/09/008
>>> Vedi anche: 2^ puntata,

Downsizing, questa è stata la parola d’ordine nella scelta di questa cilindrata, non tanto per i consumi (che nel mio vecchio Beverly 500 non erano male) e per la tassa di proprietà (anche questa non eccessiva) piuttosto per i costi assicurativi e di manutenzione (810 euro in 15000 km di cui 600 di sola manutenzione ordinaria, con il mio vecchio Beverly, roba da Mercedes Classe S!). E devo dire che la scelta è stata azzeccata: raramente ho sentito l’esigenza di ritornare a cilindrate superiori.
La scelta di un veicolo ‘straniero’ è nata invece dall’antipatico rifiuto del concessionario Piaggio, lo stesso da cui facevo manutenzione, di ritirare il mio scooter per un nuovo 250, “38000 km sono troppi” mi sono sentito dire. Di diversa opinione il concessionario Suzuki: non certo la quotazione ufficiale, visti i chilometri percorsi e visto che passavo ad un 200 ma pur sempre una cifra quasi da trattativa privata.
Acquistato a dicembre 2007 ora, settembre 2008, ho superato i 10000 km, ho già fatto anche il terzo tagliando (70 euro per il primo, 113 per il secondo, 103 per il terzo) e cambiato il pneumatico posteriore (59 euro).

POSIZIONE DI GUIDA
Fa parte della categoria degli ‘scooter poltrona’ con due posizioni a disposizione: quella in punta di sella, che preferisco per la guida sportiva o in città, e quella seduta a gambe distese comoda per i lunghi viaggi; a questa ultima posizione c’è però un ‘ma’: il 200 non è per persone di alta statura, già i miei 173 cm di altezza non consentono la distensione completa delle gambe, anche se a me questa basta ma chi è alto più di me faccia una verifica. La posizione a gambe rannicchiate ha anche il difetto di fare prendere più freddo, e pioggia, alle gambe, ma con un parabrezza più alto (vedi dopo) in parte il problema è stato risolto tanto da fare chilometri con un pioggerellina senza avere un goccio d’acqua sui pantaloni.
Il passeggero ha a disposizione una vasta porzione di sella, e una buona possibilità di appoggio dei piedi, l’uso di un bauletto con apposito accessorio consente anche l’appoggio della schiena.

COME VA
Nonostante la bassa cilindrata e la conseguente bassa potenza (18 cv) il Burgman 200 ha prestazioni di tutto rispetto dovute anche alla notevole fluidità del motore ed alla qualità del variatore, fluidità che non mi ha mai fatto desiderare l’uso di benzina più performante (tipo V-Power).
Anche i consumi sono ottimi, tanto da superare i 30 km/l fuori città, mai sotto i 20 km/l in città neanche strapazzandolo. Ho addirittura raggiunto i 39 km con un litro (6,5 litri per 256 km) in un viaggio tranquillo in Provenza, il tutto in due e con le borse! Ormai con un percorso misto faccio sempre più di 200 km con 10 euro.
Città:
La progressione quasi elettrica del motore, la maneggevolezza fuori dal comune, la capacità di carico ne fanno un perfetto scooter da città. La sella bassa consente di toccare terra con i piedi quasi a tutti. Nonostante l’aspetto ‘lungo’ lo scooter è molto compatto. Il peso è sotto i 150 kg.
L’ottima frenata, la sella bassa, e la larghezza limitata consentono di passare in mezzo alle auto per portarsi in prima fila al semaforo (operazione da evitare quando sta per diventare verde) evitando di morire intossicati.
Dà invece un certo fastidio la rigidità degli ammortizzatori posteriori, specialmente nei dossi (ma sono fatti per fare andare piano) e nelle strade rovinate, li ho regolati nella penultima posizione (quasi la più dura) per evitare di toccare il cavalletto nelle pieghe andando in due. Anche la forcella non è fra le migliori ma sembra robusta, decisamente fastidioso incontrare dei dossi di rallentamento in discesa (che comunque secondo me dovrebbero essere proibiti).
Un’attitudine della frizione a sporcarsi (che mi ha costretto a chiederne la pulizia con il secondo tagliando) provoca qualche saltellamento a freddo che comunque passa dopo pochi chilometri, saltellamento comunque fastidioso per chi fa pochi chilometri al giorno, la casa produttrice dovrebbe tenerne conto e non limitarsi a scrivere sul manuale di non andare troppo fluidi, peraltro sono costretto a fare pulire la frizione ad ogni tagliando (5000 km) con un’ora in più di manodopera.
Il termometro dell’acqua va oltre la metà abbastanza in fretta in caso di code ma sinora non ho avuto problemi di surriscaldamento.
Anche il caricamento della batteria sembra ottimo, diverso dai miei precedenti scooter in cui il percorso solo cittadino provocava decadimenti della carica della batterie particolarmente fastidiosi specialmente in inverno.
Qualche cigolio si sente, a basse andature, nel gruppo scudo/manubrio/parabrezza, in parte potrebbe essere dovuto a quest’ultimo, non originale, niente comunque di fastidioso e si sente solo a bassa velocità.
Particolarmente fastidioso è lo sforzo per issarla sul cavalletto centrale, specialmente a pieno carico, per fortuna quello laterale è abbastanza pratico e stabile, purché portato a fondo corsa.
Percorsi extraurbani
Il Burgman 200 per sua natura non è uno scooter sportivo ma la sua incredibile facilità nell’andare in piega anche a bassissima velocità, la qualità dei pneumatici Michelin Pilot montati di serie perlomeno sul mio (e che hanno anche una buona tenuta sul bagnato, ma per contro hanno un consumo abbastanza rapido tanto che nel mio ho dovuto cambiare il posteriore, ormai alla frutta, a 8000 km con un forse più durevole ma con le prime impressioni ugualmente performante Continental), ed una notevole fluidità nell’erogazione sia del motore sia del gruppo frizione-variatore consentono andatura di tutto rispetto nei percorsi misti (diciamo da 70 a 90 all’ora) tanto da farsi rispettare da scooter e moto di cilindrata superiore. Nonostante sia uno scooter a ruote medio/basse la tenuta di strada è buona, non ama invece la guida a strattoni (probabilmente per colpa delle sospensioni) ma piuttosto quella pennellata agevolata appunto dalla sua capacità di piega fuori dal comune.
La frenata, due dischi ed integrale sulla leva sinistra è di ottimo livello ed anche la resistenza al fading è di tutto rispetto, un po’ peggiore solo andando in due. Si ha anche l’impressione di un minimo di freno motore il che aiuta nei percorsi con curve in leggera discesa.
Autostrada
Nonostante la cilindrata bassa se la cava abbastanza bene in autostrada, la velocità di punta al tachimetro è sui 140 km/h (ottima per superare veicoli lenti in autostrada), per cui i 120 si mantengono abbastanza facilmente e corrispondono, provati con un GPS, a 108 km/h. Per i viaggi lunghi affrontati con calma non ci sono problemi, anche in due purché non pesi massimi.
Per contro la sua compattezza che tanto fa comodo in città può essere un problema per le persone di alta statura non consentendo di allungare abbastanza le gambe nella posizione ‘poltrona’. La stessa compattezza fa si che, nonostante l’aspetto affusolato, l’aerodinamica non sia perfetta per cui è assolutamente indispensabile l’uso di abbigliamenti specifici per non diventare dei Bibendum.
In piccolo cupolino di serie è assolutamente insufficiente per i percorsi autostradali per cui converrà fare subito installare un parabrezza più alto, si veda il paragrafo sugli accessori. La tenuta di strada è ottima anche sui curvoni veloci nonostante le ruote non certo alte.

Dotazione di serie, optional
Di serie ha un cupolino (chiamarlo parabrezza non è corretto) che in inverno non ripara quasi nulla, nella lista degli accessori originali ci sono parabrezza di diverse fogge tra cui anche uno con aletta regolabile. Io ho scelto un compatibile GiVi (prima un Kappa praticamente uguale ma che si è quasi sbriciolato dopo che un auto mi ha investito, per fortuna senza danni alla mia persona), con protezione della mani e con limite sotto il livello degli occhi, penso che lo terrò anche in estate.
La capacità di carico è notevole: un vano sottosella il cui ci stanno due caschi integrali (con un po’ di attenzione agli incastri) avanzando ancora spazio per guanti, occhiali e documenti, un retro scudo chiuso a chiave abbastanza spazioso e con presa per a 12 V per ricarica cellulare o altro, ed un ulteriore vano, sempre nel retro scudo, chiuso ma non protetto da serratura e con chiusura alquanto precaria (o per lo meno da chiudere con molta attenzione, pena la perdita del suo contenuto al primo salto). Un po’ contestabile, il fatto che per aprire la sella (possibile solo con la chiave nel blocchetto di accensione, speriamo in bene!) occorra spegnere il motore (la chiave deve essere girata tutta in senso antiorario), analogamente per aprire il vano retro scudo occorre sfilare la chiave dal nottolino di accensione per inserirla nella sua serratura: sono soluzioni forse dettate dall’economia ma non sono certo ergonomiche e costringono a doversi ricordare tutte le operazioni da fare prima di accendere per non fare accensioni inutili (specie in inverno). Il vano sottosella è corredato da luce di cortesia, per cui occorre stare attento a chiuderlo bene, pena il ritrovarsi a batteria scarica.
Ho montato il porta bauletto Kappa/Givi sul quale alterno a seconda delle esigenze un bauletto da 45 litri od uno da 28, quest’ultimo per avere l’abbigliamento di scorta un po’ ordinato e non mescolato al materiale nel sottosella, ma normalmente quest’ultimo vano può essere più che sufficiente. Per montarlo sono state tolte le pratiche e comode maniglie originali, per il passeggero e per metterlo sul cavalletto, sostituite da quelle più scomode integrate nel porta bauletto stesso.
I cavalletti sono due, laterale con blocco dell’accensione e centrale, quest’ultimo risente molto di quanto è carico il vano sotto sella e può diventare discretamente pesante (tanto per intendersi più del mio vecchio Beverly 500 che pesava quasi 50 kg in più) il che contrasta con la comodità della sella bassa. Il cavalletto laterale, molto comodo da mettere e togliere anche stando in sella, può essere usato solo in piano altrimenti tende a chiudersi da solo.
Ho fatto montare l’antifurto ufficiale della casa che protegge l’accensione (e quindi anche l’apertura della sella) e lo spostamento, 250 euro comprensivo di due telecomandi (quello che uso normalmente ha esaurito la batteria da 5 euro dopo 5 mesi), di serie c’è comunque, come su tutti i Burgman, la protezione magnetica del blocchetto di accensione.
Ho usato le borse laterali morbide Givi, a suo tempo comperate per il viaggio in Svezia con il mio vecchio Beverly, nessun problema per il loro adattamento, salvo qualche attenzione necessaria alla posizione delle le cinghie in velcro di unione fra le due per poter chiudere la sella; ho inoltre dovuto aggiungere una cinghia elastica aggiuntiva per fissarle bene.
Ho anche provato a montare il mio navigatore TomTom One, con il nuovo supporto, attaccandolo semplicemente al vetro del quadro strumenti ed ha tenuto anche facendo un po’ di sterrato. Meglio sarebbe averne uno con il bluetooth ma con il casco aperto ed a bassa velocità si riescono a sentire le indicazioni vocali. Si tenga presente che per averne uno impermeabile si dovrebbe optare per il TomTom Raider (di cui esiste il supporto ufficiale Suzuki) ma a prezzi decisamente superiori. Non da fastidio invece la copertura quasi completa del quadro strumenti in quanto il tachimetro è sostituito da quello del navigatore.

PREGI E DIFETTI
- Pregi
Maneggevolezza
Sella bassa
Capacità di carico
Consumi
Frenata
Tenuta di strada e capacità di piega
Prestazioni
Fluidità del motore
Qualità costruttiva
- Difetti
Scarsa protezione con il cupolino di serie
Posizione di guida per guidatori alti
Rigidità ammortizzatori posteriori
Attitudine della frizione a sporcarsi, specialmente nell’uso solo cittadino
Cavalletto centrale faticoso
Apertura sella e vano anteriore principale solo a motore spento

CONCLUSIONE
Chi cerca uno scooter con bassi costi di manutenzione, spazioso, maneggevole e con prestazioni discrete è accontentato. Certo che in questo segmento (ovvero quello del 200/250) la scelta è varia e la decisione potrebbe essere difficile: a vantaggio del Burgman 200 senz’altro metterei la capacità di carico, la maneggevolezza (unita anche alla sella bassa), e sino ad ora l’affidabilità, ci metterei anche la linea ma si sa: questo tipo giudizio è personale. La decisione comunque è poi influenzata dalla vicinanza e dalla capillarità della rete di assistenza, ma con Suzuki direi che si viaggia sul sicuro. Non ultimo l’eventuale valutazione del proprio usato, a me è andata bene.
Ovviamente quanto parlo di bassi costi di manutenzione mi riferisco alla media degli scooter dell’ultima generazione in cui purtroppo i costi, vuoi per i tagliandi fissi di garanzia, vuoi per la non facile accessibilità agli organi meccanici (peraltro nella media particolarmente affidabili), vuoi per la difficoltà nel cambio gomme e vuoi la cinghia del variatore da cambiare periodicamente, bassi non sono specialmente paragonandoli alla manutenzione delle vecchie Vespe o delle vecchie moto nude.

Testo e foto by: Enrico Ruggeri

2^ PUNTATA >>>
pag. 2/2
3^ PUNTATA
...

 

 

 

 

COPYRIGHT CyberScooter, tutti i diritti riservati, per informazioni e contatti clicca QUI>>>