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ABBIGLIAMENTO
Casco:
GiVi 10,4G
Giacca:
Tucano Urbano 'Aria & Acqua'
Guanti:
Tucano Urbano 'Nero di Seppia'
Pantaloni:
Spidi 'Tomcat'
Stivali:
Oxtar 'Urban'

 

 

 

 · MALAGUTI MADISON3 250ie
09/05/06
ANTEPRIMA SU STRADA
pag. 1/1

Prosegue, con questa terza versione, l'evoluzione del progetto Madison che dal 1998 sviluppa il concetto di scooter sport-touring.
Malaguti aveva colto nel segno, visto che da allora gli scooter stanno assumendo sempre più stilemi sportivi e il segmento si fa più affollato.
Per rinnovare la sfida, Madison 3 non si limita ad un restyling più o meno profondo, ma si rinnova completamente.
A colpo d'occhio non si direbbe, visto che il design richiama in modo deciso le inconfondibili linee che conosciamo, ma il Madison 3 è veramente tutto nuovo.
Tre le direttive progettuali: Compact, Low e Sport, infatti Madison 3 è il più compatto e leggero di categoria, con una sella più bassa e un'accresciuta attitudine alla guida sportiva.
Nei dintorni del lago di Garda si è tenuta la presentazione stampa, che mi ha offerto l'opportunità di valutare se le premesse sono state raggiunte.

LINEA/DOTAZIONI
Anche se negli anni la linea degli scooter si è fatta più leggera e spigolosa, il Madison risulta tutt'ora uno dei più filanti ed aggressivi e per esserlo non ha dovuto stravolgere la sua immagine. Il design è infatti uno degli elementi che cambia meno in questo nuovo modello, cioè cambia in tutte le sue componenti, mantenendo però un risultato coerente e riconoscibile. Forse troppo, tanto che finisce per non rendere, a prima vista, quei contenuti di novità di cui è effettivamente portatore.
Ritroviamo il 'muso' a V con le caratteristiche frecce, i fari 'accigliati' e due prese d'aria (estetiche) ancora più aggressive.
Il tunnel è sempre importante e ripropone una simulazione di telaio in alluminio, ripresa anche dallo Yamaha Tmax 500. La coda poi, è ancora più sfuggente, grazie all'uso del nero opaco, del gruppo ottico trasparente e non appesantita dall'elegante maniglione-portapacchi.
Particolare cura è rivolta a tutte le componenti, a partire dalla strumentazione hi-tech, passando ai cerchi con design a stella, fino all'armonioso forcellone che sostiene il motore sul lato destro.
Elemento distintivo di un progetto meticoloso è l'assenza quasi ovunque di viti a vista, peccato che lo stesso non si possa dire per la qualità media delle plastiche, solo discreta.
Passando alle dotazioni si passa dall'eccellenza della strumentazione analogico-digitale alla modestia dei vani bagaglio.
Possiede uno dei quadri strumenti più eleganti e completi del panorama scooter, con elementi circolari, in plastica argento satinato, raggruppati all'interno di una palpebra a contrasto. Domina il tachimetro a doppia scala che incorpora le spie per indicatori di direzione, fari anabbaglianti, abbaglianti e insufficienza olio. Sulla sinistra il livello carburante con spia della riserva e la temperatura del liquido refrigerante con spia di surriscaldamento. A destra il display digitale con, fra gli altri, contachilometri totale e parziale, velocità massima (con memoria), orologio, temperatura esterna con allarme ghiaccio, contagiri etc., buona parte delle quali visibili contemporaneamente, con un sensibile passo avanti rispetto alla serie precedente.
Non cambiano i comandi al manubrio, colorati e con la possibilità di accendere o spegnere le luci, oltre a comandare le funzioni del display digitale, senza togliere le mani dal manubrio. Immutati anche gli efficaci specchi retrovisori.
Il blocchetto d'avviamento, dotato di sistema immobilizer, comanda il bloccasterzo, ma non l'apertura della sella (come accadeva nel precedente modello) a cui è demandata una serratura posta nel fianco sinistro.
La parte meno riuscita dello scooter riguarda proprio lo spazio a disposizione dei bagagli, soprattutto perché la situazione è peggiorata rispetto alle serie precedenti. L'abbassamento della sella e la presenza posteriore della batteria, ha infatti ridotto la capienza del vano sottosella (illuminato) che ora non riesce a contenere neppure un casco demi-jet, a differenza di quanto dichiarato. A onor del vero due caschi demi-jet senza visiera si riescono ad alloggiare, ma solo il compatto modello Malbo distribuito da Malaguti. Di conseguenza occorre verificare la possibilità o meno, d'inserire una valigia 24 ore.
Poco spazio anche nel retroscudo che contiene i fusibili, la presa di corrente a 12 volt e lascia spazio ad un telefono o un apparecchio fotografico compatto, da ricaricare. Uno sportello minimo, sulla destra del manubrio, può servire giusto per il biglietto autostradale o poco più. È comunque presente il gancio appendiborse nel retroscudo e il portapacchi posteriore, predisposto per il montaggio del bauletto opzionale.
Manca, come quasi sempre nei prodotti italiani, il freno di stazionamento, mentre il tappo per il rifornimento carburante passa dalla punta dalla sella al tunnel centrale.
Noon facili da trovare, soprattutto stando in sella entrambi i cavalletti, il posteriore anche pesante da utlizzare.

CICLISTICA
Obiettivo: contenimento pesi e dimensioni per una guida più facile, maneggevole e sportiva.
Anche valutando i soli numeri, il risultato sembra raggiunto: Madison 3 pesa infatti 158kg, cinque meno del precedente e di tutti i competitor. Sempre 'dando i numeri', la lunghezza massima è inferiore ai due metri, per la precisione di 1980mm, merito di un interasse di soli 1410mm, valori da 125cc e decisamente contenuti, sia rispetto al modello precedente che alla concorrenza.
Scende anche l'altezza della sella, di ben 40mm rispetto al vecchio modello, almeno stando al dichiarato, anche se fra gli attuali 795mm e i precedenti 820 i conti non tornano. Ad ogni modo, con poco meno di ottanta centimetri, la sella non può essere considerata 'bassa', anche se sicuramente più abbordabile rispetto prima.
Cresce invece il diametro delle ruote, ora entrambe da 14 pollici, con pneumatici tubeless, Michelin Gold Standard, da 120/70 e 140/60, ant. e post..
Cresce anche il diametro dei dischi freno, entrambi da 240mm, con pinza anteriore a doppio pistoncino. Peccato non sia di tipo 'combinato' e che l'ABS non sia stato previsto.
Minori cambiamenti al reparto sospensioni: la forcella a perno trascinato conferma steli da 36mm e corsa utile di 90mm, mentre il doppio ammortizzatore posteriore, regolabile, accresce la sua escursione fino ai 100mm (erano 82).
Confida sulla parsimonia del propulsore il serbatoio carburante da soli 8,5 litri.

PROPULSORE
Unico propulsore Euro 3 attualmente disponibile nella cilindrata di 250cc, il Piaggio Quasar ad iniezione elettronica equipaggia l'ultima versione dello scooter bolognese, fornendo potenza, economia ed inquinamento contenuto.
I valori di potenza e coppia massima sono anche superiori a quanto dichiarato da Piaggio, raggiungendo i valori di 16,5kW a 8500giri e 21,5Nm a 6750giri, di poco inferiori solo al motore Suzuki Burgman 250, che però è omologato Euro 2 e comunque, da quest'anno, non più distribuito in Italia.
L'architettura è classica, con cilindro disposto orizzontalmente, distribuzione monoalbero a camme in testa con 4 valvole e raffreddamento a liquido. Accensione elettronica, avviamento elettrico, cambio automatico a variazione continua e marmitta catalitica.
Si distingue dai competitor per l'alimentazione ad iniezione elettronica.
Peccato non siano forniti dati più precisi sulle prestazioni e sui consumi.

TEST SU STRADA
Lo staff Malaguti ha pianificato un tour di un'ottantina di chilometri a nord-ovest della città di Verona, con passaggi in collina fino a lambire il lago di Garda, nei pressi della punta di S. Vigilio.
Oltre al design, Madison ha almeno un'altra caratteristica inconfondibile, la posizione in sella, caratterizzata da un manubrio ampio ed arretrato che porta ad inclinare la schiena e le spalle in una posizione tutt'altro che sportiva, mentre la pedana consente di allungare le gambe in modo incredibile, considerando la ridotta lunghezza del veicolo. Posizione confermata anche in questa terza versione, che guadagna una sella più bassa e meglio conformata, in particolare per il pilota, con un accenno di appoggio lombare, non regolabile. L'assetto che ne risulta tende a scaricare l'avantreno a vantaggio della maneggevolezza, ma a scapito della stabilità sul veloce.
In compenso la protezione aerodinamica è ottima, grazie al nuovo e più ampio parabrezza e ai profili aerodinamici dello scudo, che diminuiscono le turbolenze nella zona delle gambe.
Partire richiede una modesta rotazione della manopola del gas, con rumorosità e vibrazioni davvero minime. Dopo un attimo di esitazione, per evitare partenze troppo brusche, il propulsore spinge deciso, dando il meglio di se ai regimi intermedi, anche se frulla infaticabile fino a quelli più elevati.
A stupire maggiormente è la leggerezza e la maneggevolezza, entrambe incredibili per un 250cc, tanto che in città è sicuramente in grado di rivaleggiare con cilindrate inferiori negli slalom fra le macchine, salvo lasciarli poi 'al palo', alla prima accelerazione.
La maneggevolezza è tale, complice anche la posizione di guida, da offrire una sensibilità limitata sulla ruota anteriore, ed è con questa considerazione che affronto le strette stradine, con curve e tornanti a raffica, della parte collinare del tragitto. E qui devo ricredermi, o meglio la sensazione rimane, ma il Madison scende in piega come un fulmine, tiene l'inclinazione senza dare l'impressione di cadere all'intero della curva e si rialza per uscire velocissimo grazie alla coppia del propulsore.
Il ritmo è stato piuttosto sostenuto e le inclinazioni decise, ma il cavalletto non ne ha voluto sapere di entrare in contatto con l'asfalto, anche questo un passo avanti rispetto alle serie precedenti e un fattore di sicurezza in più, soprattutto in previsione di un uso in coppia con eventuale bagaglio. Si perché la confortevole posizione di guida e il riparo offerto ne consigliano un utilizzo di tipo turistico, forte anche delle interessanti possibilità velocistiche.
Senza troppo allungo ho visto 137km/h sul display digitale, mentre il contachilometri analogico era prossimo ai 160... Questo vuol dire che si può tenere una velocità media autostradale di circa 120km/h, con ancora una riserva di potenza per eventuali sorpassi.
Naturalmente al crescere della velocità la ciclistica si fa più nervosa e si paga lo scotto dell'incredibile maneggevolezza, ma non sembrano manifestarsi particolari oscillazioni o sbacchettamenti.
Merito delle sospensioni, decisamente a punto e in grado di assorbire buona parte delle asperità dell'asfalto, senza perdere in rigore sul veloce.
Un passo avanti deciso, rispetto ai predecessori, riguarda i freni che offrono la potenza e la modulabilità che si desidera, pur senza mettere in difficoltà la ciclistica. Non si rimpiange particolarmente un sistema combinato, anche se con interventi decisi si rischia (o si sceglie...) il bloccaggio del posteriore. L'ABS toglierebbe forse un pizzico di divertimento in cambio di maggiore sicurezza in condizioni limite: l'aspettiamo con il Madison 4!
Promosse anche le gomme francesi, una delle poche componenti non di origine italiana.

ACCESSORI
Buone notizie per chi decide di acquistarlo entro il 31 maggio, visto che il bauletto in tinta, dotato di schienalino, viene offerto in omaggio. È anche possibile avere un parabrezza più alto (forse troppo) e con parameni, peccato per le staffe metalliche di supporto. Esiste poi il telo copriscooter e l'antifurto elettronico MotoAlarm, un aiuto soprattutto in zone a rischio.

CONTESTO
Non è facile trovargli concorrenti diretti, viste le caratteristiche fin qui descritte, anche se mi sento d'inserirlo a metà strada fra il Gilera Nexus 250 e lo Yamaha X-max 250. Del primo ha la connotazione sportiva e il ridotto spazio bagagli, ma anche peso, dimensioni e prezzo ben più contenuti. Del secondo ha la snellezza nelle linee e la ricerca di una connotazione innovativa, per contro offre molto meno spazio bagagli, ma è già omologato Euro 3 e costa meno.

CONCLUSIONI
Quasi imbattibile nel traffico urbano ed un osso duro nel misto stretto, offre una facilità di guida a prova di neofita e di 'smanettone'. Non disdegna neppure un utilizzo turistico e l'impostazione di guida ne è la prova.
Ben armonizzati anche freni e sospensioni, mentre il motore Quasar i.e. si conferma leader in questa cilindrata.
L'estetica inconfondibile, ma anche poco innovativa rispetto al passato, alterna dettagli di qualità come strumentazione e cerchioni, all'uso di plastiche ordinarie e alla ridotta capienza dei vani bagaglio.
Importante l'omologazione Euro 3, utile l'aumentata illuminazione del doppio faro anteriore e la ridotta altezza della sella da terra.
Anche il prezzo risulta essere particolarmente concorrenziale, soprattutto valutando che il 95% delle componenti utilizzate viene fornito da Aziende italiane, come orgogliosamente dichiarato da Antonino Malaguti in persona.

Testo: Fabrizio Villa
Foto: MCP



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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