Nexus 500 cambia
per rimanere se stesso: l'impostazione sportiva,
le qualità ciclistiche e le prestazioni del
motore sono confermate, ma i tecnici Gilera sono
riusciti a trovare anche un pizzico di comfort
in più e il rispetto delle normative Euro
3, praticamente senza pagare pegno, anzi
sfoggiando un design ancora più grintoso.
Ve l'avevamo anticipato nella sezione
News, che il Nexus 500 stava per aggiornarsi
e a breve distanza eccomi reduce della presentazione
stampa a Viareggio e dintorni.
Non che fosse un modello datato, tutt'altro, vista
una carriera di appena due anni e mezzo, ma complice
il passaggio 'obbligato' al propulsore omologato
Euro 3, si è approfittato per un aggiornamento
che ne ampli il bacino d'utenza, passando 'dalla
sportività estrema al Granturismo veloce'
come ha bene illustrato il responsabile prodotto
Nicola Poggio.
Un lavoro lungo sei mesi che ha coinvolto non solo
il prodotto, ma l'intero marchio Gilera, al fine
di valutare e valorizzarne le immense potenzialità.
Anche se per i più giovani Gilera è
essenzialmente sinonimo di Runner, va ricordato
che rappresenta uno dei marchi nobili dell'Italia
motociclistica, vincitore negli anni cinquanta di
6 titoli Piloti ed altrettanti
titoli Costruttori nella classe regina del Motomondiale.
Tradizione ripresa nel 2001 e subito vittoriosa
nella classe 125 con Manuel Poggiali: oggi
Gilera partecipa al Motomondiale 250 con Marco Simoncelli
e 125 con Simone Corsi, che, guarda caso, hanno
anche tenuto a battesimo i nuovi Nexus (al plurale,
perché al 500 si affianca un'inedita versione
250cc, di cui parleremo nei prossimi giorni).
COSA CAMBIA
Quello che balza all'occhio è la scomparsa
dei pur pregevoli ed affilati specchi retrovisori,
con incorporati indicatori di direzione. Al loro
posto una coppia di deflettori
aerodinamici (ricordano quelli dell'Aprilia
RSV 1000) rendono l'avantreno più importante
e ancora più aggressivo, mentre gli specchi
passano al manubrio e le 'frecce'
valorizzano la fiancata, ora più sporgente.
Il 'musetto' è
in tinta con la carrozzeria e al centro sfoggia
il nuovo marchio Gilera,
che è poi quello storico con la scritta in
campo rosso. Al centro dei fari, la nuova
griglia perde le alette e guadagna una fitta
rete, mentre nei due incavi sotto i fari, spariscono
le placche in simil carbonio, che abbandonano anche
gli steli della forcella.
Ridotto, sagomato e fumé il plexiglass,
sempre regolabile su tre posizioni, che sacrifica
un po' di protezione aerodinamica alla voce sportività.
Modificata anche la strumentazione,
con il contagiri che si scambia di posizione con
il tachimetro, riducendosi e lasciando la ribalta
a quest'ultimo. Anche l'ultima finitura carbonio,
quella che incastonava gli strumenti di bordo viene
sostituita da una più elegante cornice in
argento satinato, mentre il fondo strumenti diventa
nero, con nuovi caratteri, più evidenti,
l'illuminazione non poteva essere che rossa, ora
anche per il display digitale. La finitura color
alluminio campeggia anche al centro del manubrio,
sotto il logo Gilera e le quattro spie.
Colorati in nero lucido i cerchi
ruota, così come il puntale e le plastiche
inferiori, indipendentemente dal colore scelto.
Al retrotreno, infine, cambiano le plastiche di
faro e frecce, adesso
trasparenti con lampadine colorate.
La ricerca di un comfort meno spartano ha dato i
suoi frutti abbassando la
sella di 25mm, ora a quota 795 e rastremandola
ai lati. L'avevo detto che i 775mm dichiarati nel
2003 sembravano ottimistici, scopriamo infatti che
erano 820! Nel contempo sale
di 17mm il manubrio, garantendo una posizione
leggermente più confortevole. Altro passo
decisivo la modifica del leveraggio
progressivo della sospensione posteriore,
con un rapporto più dolce nella prima parte
di corsa del monoammortizzatore, oltre ad un ridotto
margine di regolazione del punzone e di conseguenza
delle quote ciclistiche.
Fondamentale, per poter avere maggiori chance di
circolazione in caso di blocchi del traffico e per
inquinare meno, l'adozione del propulsore Master
in configurazione Euro 3, grazie all'adozione della
sonda lambda e dello
scarico catalizzato a tre
vie. L'operazione è risultata pressoché
indolore per quanto riguarda le performance del
monocilindrico, che mantiene il dato di potenza
massima (29,5kW), cedendo solo 1 Nm di coppia
massima, ora 42 a 5.750 giri (erano 5.500).
In termini di rendimento la velocità dichiarata
è scesa da 162 a 160km/h,
mentre non vengono più indicati i valori
di accelerazione, al loro posto troviamo quelli
relativi al consumo con un
un significativo 22km/l a
norma ECE 40.
Infine il peso passa da 195 a 199kg,
anche se il libretto di uso e manutenzione del modello
'03 recava già questo valore.
Tre colorazioni: le
eleganti Nero Grafite e Grigio Excalibur si affiancano
alla versione bicolore, sella compresa, che vedete
in foto e denominata 'SP'.
IMPRESSIONI SU STRADA
Il Nexus 500 è un modello con cui ho una
discreta confidenza avendoci percorso quasi 5.000km
con la precedente versione, in uno dei test
più completi disponibili online (che
v'invito a consultare per conoscere ogni aspetto
di questo modello così particolare).
Una volta in sella,
con il punzone regolato 'tutto su', al fine di avere
la massima maneggevolezza e 'luce a terra' l'impressione
non è poi tanto diversa da come l'avevo memorizzata,
sella alta e inclinata, manubrio stretto e poco
più alto delle ginocchia (con cui sono sempre
possibili interferenze), i fianchi sella sono però
più incavati ed è così più
facile poggiare i piedi a terra.
Anche il brio e la spinta di cui è capace
il Master 500 non sono
per nulla cambiati e si conferma il modello più
prestante fra quelli che utilizzano il medesimo
propulsore. Al di là dei dati dichiarati,
la rapidità con cui sale di giri e allunga
agli altri regimi è sempre superiore ai 'cugini'.
In autostrada infatti, accucciato dietro al cupolino,
dopo un lancio non lungo sono riuscito a vedere
i 175km/h di strumento,
come nella 'vecchia' versione.
Cambia invece in modo significativo la protezione
aerodinamica, che espone il pilota all'aria
della corsa già intorno ai 120-130km/h, consigliando
una posizione più raccolta se si vogliono
percorrere lunghi tratti autostradali a velocità
'extracodice'.
Troppo basse invece le nuove appendici
alla carenatura per proteggere le mani del pilota,
mentre gli specchi retrovisori
sono solidi, non vibrano e rendono una visione leggermente
più ampia dei precedenti, ma pur sempre ridotta,
di ciò che avviene alle nostre spalle.
La ciclistica è
rimasta solida come una roccia, grazie al particolare
montaggio del motore al telaio, che risulta sempre
oscillante con la ruota posteriore, ma direttamente
su cuscinetti, senza l'interposizione di silentblock,
una soluzione che ha come rovescio della medaglia
una maggiore sensibilità alle vibrazioni,
pur contenute, del motore.
Cercando appositamente buche e avvallamenti, la
sospensione posteriore
appare effettivamente meno granitica della precedente
(soprattutto per il mio peso piuma), ma non certo
cedevole.
Nulla è cambiato nel resto della ciclistica,
quindi la guida richiede
sempre una certa decisione per scendere in piega,
ma ripaga con ottima precisione e buona sensibilità.
Permane, nelle pieghe al limite, l'ingombro del
cavalletto centrale, handicap che condivide con
il suo avversario diretto Yamaha Tmax 500 e che
ne limita l'angolo d'inclinazione, ma solo per i
più smanettoni.
A punto i freni (meglio
della versione avuta in prova nel 2004), potenti
e modulabili, da usare in coppia con una guida più
decisa. Pinzando forte con la leva sinistra, ricordo
che la frenata è integrale, non è
escluso qualche fenomeno di bloccaggio del retrotreno,
ma solo a velocità ormai ridotte.
ACCESSORI
In un'ottica più 'turistica' arriva un nuovo
bauletto da 42 litri, capace di contenere due caschi
integrali, ritorna il plexiglass alto per un maggior
comfort, assieme al telo coprigambe per il periodo
invernale. Alla protezione sono dedicati il telo
copriveicolo e l'allarme elettronico, che si integra
con l'immobilizer di serie.
CONCLUSIONI
Il risultato estetico è molto positivo e
anche se trovavo belli gli specchi della vecchia
versione, devo ammettere che l'impatto del nuovo
modello è ancora più grintoso e i
deflettori, assieme al plexiglass ridotto, danno
maggior enfasi alle linee del frontale, mentre gli
specchi passano, giustamente, in secondo piano.
Qualche miglioramento sull'abitabilità si
avverte, grazie agli interventi a sella e manubrio,
cala però la protezione aerodinamica, per
via del plexiglass ridotto. Alla voce comfort risulta
positivo il lavoro fatto alla sospensione posteriore,
pur senza inficiare il rigore ciclistico.
Nulla si è fatto invece per accrescere lo
spazio sottosella, utile soprattutto in una visione
di Granturismo Veloce, 'mutazione' che sembra solo
parzialmente raggiunta (ma integrabile con gli accessori),
con buona pace dell'utenza più sportiva.
Apprezzabile il propulsore Euro 3, più ecologico,
ma ugualmente prestante.
In conclusione Nexus 500, rimane un prodotto dall'indole
sportiva, meno estremo, ma pur sempre incomparabile
con la concorrenza, dotato di uno stile unico e
di prestazioni al top del mondo maxiscooter.
Leggermente ritoccato al rialzo il prezzo: 6.690
Euro f.c., già disponibile presso
la rete di vendita.
Testo&test:
Fabrizio
Villa
Foto: Alessio
Barbanti, Marco Campelli, Gigi
Soldano
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