L'Agility 125 è stato un
piccolo fenomeno del 2007 (2399 pezzi venduti),
un fenomeno determinato in particolar modo dal prezzo
particolarmente accessibile, ma anche dalla buona
reputazione che il marchio Kymco ha saputo crearsi
in in Italia.
E l'azienda taiwanese non si è limitata a
prendere atto del risultato, ne ha fatto tesoro
e ad Eicma 2007 ha rilanciato, presentandone un'evoluzione
espressamente sviluppata per il mercato italiano.
Con tutti gli ingredienti per piacere: ruote da
16 pollici, pedana piatta, doppio freno a disco,
design italiano, una discreta dotazione e soprattutto
un prezzo che si è fatto, se possibile, ancora
più appetibile. R16 è infatti offerto
a 100€ in meno rispetto alla versione con ruote
da 12", rimanendo sotto i 1600 €!
Un rapporto prezzo-qualità-dotazioni che
al momento non ha eguali sul mercato e che può
farlo puntare ancora più in alto nella classifica
2008.
Naturalmente si tratta di un veicolo per chi bada
principalmente alla sostanza, ma che ha un suo stile
e dotazioni del tutto assimilabili a scooter dal
prezzo decisamente più elevato.
LINEA/DOTAZIONE
Anche se ritroviamo richiami al modello con ruote
da 12, soprattutto nel gruppo ottico anteriore,
tutto il resto è un altro pianeta, frutto
della matita di un designer italiano e il risultato
si vede.
Il design è essenziale e attento alla 'rudezza'
della vita quotidiana, buona parte delle plastiche
più esposte sono infatti in robusta plastica
non verniciata, che stacca piacevolmente con gli
elementi verniciati.
Se l'Italia è sicuramente il paese d'elezione
per il design degli scooter, la Cina è probabilmente
il paese più conveniente dove dislocare la
produzione e infatti Agility arriva proprio dall'immenso
paese asiatico. Doppia attenzione quindi ai dettagli,
agli assemblaggi e ai materiali, ma anche volendo
fare i pignoli c'è ben poco da recriminare,
ovviamente senza dimenticare la quotazione di vendita.
Niente a che vedere con altre produzioni cinesi
distribuite in Italia con i marchi più disparati.
Come detto gli ingredienti più richiesti
ci sono tutti e anche di più: le frecce 'bianche',
il cupolino 'sportivo', il codino 'sfuggente', la
marmitta 'importante', la pedana piatta e i due
'ruotoni' resi ancora più importanti dalla
colorazione nera.
La strumentazione, pur nella sua essenzialità,
ha un design gradevole e oltre al tachimetro, al
contachilometri e alle spie consuete, sfoggia un
piccolo orologio digitale.
Lo spazio bagagli è forse l'elemento più
sacrificato, ma viste le dimensioni e le ruote utilizzate
non era facile fare meglio: nel sottosella trova
posto un piccolo casco demi-jet e nello sportellino
retroscudo (con serratura) solo occhiali da sole
o un piccolo bloccadisco, ma il portapacchi è
ampio e solido, peccato per il gancio appendiborse
senza sicura e per l'apertura della sella con serratura
separata.
Fra i plus la presenza di entrambi i cavalletti,
anche se il laterale è dotato dell'inaffidabile
ritorno a molla. Fra i 'minus' il tappo del serbatoio
carburante (6 litri) posizionato sotto la sella,
che obbliga a parcheggiare per fare rifornimento,
con anche il rischio che qualche schizzo finisca
nel vano bagagli.
I comandi al manubrio sono minimal, ma efficaci
e dotati anche di passing e della possibilità
di spegnere le luci. Allo stesso modo gli specchi
retrovisori sono compatti nel traffico pur offrendo
una discreta visuale posteriore.
CICLISTICA
Cuore del progetto le voluminose ruote da 16 pollici,
una soluzione praticamente 'obbligata' per avere
successo nel segmento delle piccole-medie cilindrate.
Soluzione che obbliga a quote ciclistiche estreme
per non esagerare con gli ingombri e per recuperare
in maneggevolezza, ma il successo dell'Honda SH
e dei tanti cloni parlano chiaro sui gusti degli
italiani.
Il telaio è in tubi d'acciaio, disegnato
per garantire la pedana piatta, altro 'must' italico,
e per sostenere il motore che oscilla ancorato ad
una coppia di ammortizzatori regolabili. La forcella
è teleidraulica, con steli da 33mm e perno
in asse. Gli pneumatici misurano 100/80 all'anteriore
e 120/80 dietro, mentre l'impianto frenante si distingue
per la presenza di due dischi a comando tradizionale,
uno anteriore da 260mm con pinza flottante e il
posteriore da 240 con pinza a pistoncino singolo.
Inevitabilmente le dimensioni sono sensibilmente
aumentate rispetto alla versione R12, con una lunghezza
di 2040mm, una larghezza di 740mm, un interasse
di 1340mm e un peso di 119kg, ma siamo comunque
allineati ai valori più bassi dei competitor.
Non sarà un vantaggio in termini di agilità,
ma è innegabile che ne abbia guadagnato quanto
ad immagine e 'importanza'.
L'altezza della sella non viene dichiarata, ma è
piuttosto svasata (anche troppo) per aiutare anche
i meno dotati.
PROPULSORE
All'insegna dell'economia e della semplicità
è un monocilindrico a quattro tempi con raffreddamento
ad aria forzata e alimentazione a carburatore. È
la stessa unità utilizzata su altri modelli
Kymco, con la cilindrata 'tonda' di 125cc, capace
di erogare 7kW a 7500 giri e 9,5Nm a 6500 giri,
valori piuttosto contenuti, ma vicini a quelli dei
concorrenti con raffreddamento ad aria, offerti
però a quotazioni più elevate.
Il cambio non può che essere a variazione
continua CVT e l'omologazione Euro 3, peccato non
vengano resi noti i consumi, un dato che dovrebbe
interessare parecchio a chi sceglie uno scooter
di questo tipo.
La manutenzione prevede tagliandi ogni 4000km, compreso
il cambio olio.
TEST SU STRADA
Una giornata sfortunata per effettuare il test,
vista la pioggia a tratti ed il conseguente fondo
bagnato, ma forse per questo anche più selettiva.
L'avviamento è immediato e la rumorosità
contenuta, sia a livello meccanico che di scarico,
lo spunto in partenza è discreto, anche se,
ovviamente, non bisogna lesinare con l'accelerazione.
La trasmissione, ha un leggerissimo fremito iniziale,
poi si distende e fa girare il propulsore ad un
regime leggermente inferiore alla coppia massima.
In ambito urbano le prestazioni sono più
che sufficienti e allineate agli altri 125 'ad aria'
con un discreto allungo che lo porta inevitabilmente
a superare i 50km/h di legge. Se la cava quindi
senza problemi anche nei tratti con limite a 70km/h,
visto che la velocità massima dichiarata
arriva a 90km/h. Tangenziali ed autostrade sono
invece off-limits, sia per legge che per le prestazioni
'al limite' e non mi sentirei di consigliarlo neppure
se avete in previsione di farci del piccolo turismo.
Ciclisticamente si 'lascia guidare', nel senso che
non si tratta affatto di uno scooter leggero ed
instabile, le ruote da 16" gli conferiscono
infatti un'apprezzabile stabilità, anche
se l'agilità non è a livello di uno
scooter più compatto, ma il raggio di sterzo
e la leggerezza ne fanno comunque un apprezzabile
slalomista. Si può impegnare anche in qualche
'piega' più allegra, ma il fondo stradale
in questo caso non è stato propizio.
Sul bagnato i freni se la sono cavata abbastanza
bene, il feeling forse non è eccellente,
ma la potenza è discreta e la tendenza al
bloccaggio piuttosto remota, anche al posteriore.
Il suo vero punto debole però è il
comfort: in primo luogo perché la sella,
scivolosa e inclinata in avanti risulta poco accogliente,
costringendo il pilota nella sua parte più
avanzata, che è anche la meno imbottita,
poi per la rigidità delle sospensioni, che
se la cavano sul pavé, ma incassano con fatica
le asperità della strada e soprattutto le
buche. Purtroppo per i lettori interessati (ma fortunatamente
per l'Agility) le sospensioni rigide sono piuttosto
comuni fra gli scooter, soprattutto economici, mentre
la sella sarebbe proprio da rivedere.
Bisogna poi considerare la protezione decisamente
contenuta offerta dallo scudo anteriore e quella
inesistente del piccolo cupolino.
Per affrontare l'inverno ed il maltempo sarà
quindi d'obbligo un abbigliamento protettivo.
ACCESSORI
Per il momento sono limitati al bauletto (73€)
e al parabrezza (85€): il primo che si monta
sul portapacchi con l'interposizione di un'apposta
piastra (22€) può ospitare un casco
integrale, mentre il secondo pur offrendo un maggiore
riparo dalle intemperie, soffre dei consueti limiti
a livello di sicurezza e visibilità.
COMPETITOR
A questo prezzo non ce ne sono, visto che fra i
marchi più blasonati è difficile trovare
prodotti inferiori ai 2000€, mentre i vari
modelli cinesi, oltre che comunque più costosi,
non sembrano neppure all'altezza per qualità
e dotazioni.
Il concorrente più probabile, anche se comunque
più costoso, è il Keeway
Outlook 125, che però non ho ancora avuto
occasione di provare.
CONCLUSIONI
Presentato ai saloni autunnali, in mezzo a novità
ben più appariscenti, è passato quasi
inosservato, ma analizzato con più attenzione
gli va sicuramente riconosciuta, pur nella sua semplicità,
una forte portata innovativa: non si era mai visto
un prezzo così contenuto abbinato a qualità
costruttiva e dotazioni di questo livello.
Kymco sembra aver introdotto un nuovo segmento,
il 'low cost di qualità', come viene definito
l'Agility nei comunicati pubblicitari.
I concorrenti sono avvertiti e anche il mercato
dell'usato dovrà fare i conti con le potenzialità
del 'piccolo-grande' Agility R16.
Naturalmente non manca di qualche piccolo difetto,
in primo luogo la conformazione della sella, poi
la rigidità delle sospensioni, la protezione
e lo spazio per i bagagli, entrambi modesti, ma
se la perfezione non si raggiunge neppure coi modelli
top di gamma è ancora più difficile
da pretendere a questo prezzo.
Testo: Fabrizio Villa
Foto: Simone
Romeo Photography
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