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 · KYMCO AGILITY R16 125
11/04/008
TEST SU STRADA
pag. 1/1

L'Agility 125 è stato un piccolo fenomeno del 2007 (2399 pezzi venduti), un fenomeno determinato in particolar modo dal prezzo particolarmente accessibile, ma anche dalla buona reputazione che il marchio Kymco ha saputo crearsi in in Italia.
E l'azienda taiwanese non si è limitata a prendere atto del risultato, ne ha fatto tesoro e ad Eicma 2007 ha rilanciato, presentandone un'evoluzione espressamente sviluppata per il mercato italiano. Con tutti gli ingredienti per piacere: ruote da 16 pollici, pedana piatta, doppio freno a disco, design italiano, una discreta dotazione e soprattutto un prezzo che si è fatto, se possibile, ancora più appetibile. R16 è infatti offerto a 100€ in meno rispetto alla versione con ruote da 12", rimanendo sotto i 1600 €!
Un rapporto prezzo-qualità-dotazioni che al momento non ha eguali sul mercato e che può farlo puntare ancora più in alto nella classifica 2008.
Naturalmente si tratta di un veicolo per chi bada principalmente alla sostanza, ma che ha un suo stile e dotazioni del tutto assimilabili a scooter dal prezzo decisamente più elevato.

LINEA/DOTAZIONE
Anche se ritroviamo richiami al modello con ruote da 12, soprattutto nel gruppo ottico anteriore, tutto il resto è un altro pianeta, frutto della matita di un designer italiano e il risultato si vede.
Il design è essenziale e attento alla 'rudezza' della vita quotidiana, buona parte delle plastiche più esposte sono infatti in robusta plastica non verniciata, che stacca piacevolmente con gli elementi verniciati.
Se l'Italia è sicuramente il paese d'elezione per il design degli scooter, la Cina è probabilmente il paese più conveniente dove dislocare la produzione e infatti Agility arriva proprio dall'immenso paese asiatico. Doppia attenzione quindi ai dettagli, agli assemblaggi e ai materiali, ma anche volendo fare i pignoli c'è ben poco da recriminare, ovviamente senza dimenticare la quotazione di vendita. Niente a che vedere con altre produzioni cinesi distribuite in Italia con i marchi più disparati.
Come detto gli ingredienti più richiesti ci sono tutti e anche di più: le frecce 'bianche', il cupolino 'sportivo', il codino 'sfuggente', la marmitta 'importante', la pedana piatta e i due 'ruotoni' resi ancora più importanti dalla colorazione nera.
La strumentazione, pur nella sua essenzialità, ha un design gradevole e oltre al tachimetro, al contachilometri e alle spie consuete, sfoggia un piccolo orologio digitale.
Lo spazio bagagli è forse l'elemento più sacrificato, ma viste le dimensioni e le ruote utilizzate non era facile fare meglio: nel sottosella trova posto un piccolo casco demi-jet e nello sportellino retroscudo (con serratura) solo occhiali da sole o un piccolo bloccadisco, ma il portapacchi è ampio e solido, peccato per il gancio appendiborse senza sicura e per l'apertura della sella con serratura separata.
Fra i plus la presenza di entrambi i cavalletti, anche se il laterale è dotato dell'inaffidabile ritorno a molla. Fra i 'minus' il tappo del serbatoio carburante (6 litri) posizionato sotto la sella, che obbliga a parcheggiare per fare rifornimento, con anche il rischio che qualche schizzo finisca nel vano bagagli.
I comandi al manubrio sono minimal, ma efficaci e dotati anche di passing e della possibilità di spegnere le luci. Allo stesso modo gli specchi retrovisori sono compatti nel traffico pur offrendo una discreta visuale posteriore.

CICLISTICA
Cuore del progetto le voluminose ruote da 16 pollici, una soluzione praticamente 'obbligata' per avere successo nel segmento delle piccole-medie cilindrate. Soluzione che obbliga a quote ciclistiche estreme per non esagerare con gli ingombri e per recuperare in maneggevolezza, ma il successo dell'Honda SH e dei tanti cloni parlano chiaro sui gusti degli italiani.
Il telaio è in tubi d'acciaio, disegnato per garantire la pedana piatta, altro 'must' italico, e per sostenere il motore che oscilla ancorato ad una coppia di ammortizzatori regolabili. La forcella è teleidraulica, con steli da 33mm e perno in asse. Gli pneumatici misurano 100/80 all'anteriore e 120/80 dietro, mentre l'impianto frenante si distingue per la presenza di due dischi a comando tradizionale, uno anteriore da 260mm con pinza flottante e il posteriore da 240 con pinza a pistoncino singolo.
Inevitabilmente le dimensioni sono sensibilmente aumentate rispetto alla versione R12, con una lunghezza di 2040mm, una larghezza di 740mm, un interasse di 1340mm e un peso di 119kg, ma siamo comunque allineati ai valori più bassi dei competitor.
Non sarà un vantaggio in termini di agilità, ma è innegabile che ne abbia guadagnato quanto ad immagine e 'importanza'.
L'altezza della sella non viene dichiarata, ma è piuttosto svasata (anche troppo) per aiutare anche i meno dotati.

PROPULSORE
All'insegna dell'economia e della semplicità è un monocilindrico a quattro tempi con raffreddamento ad aria forzata e alimentazione a carburatore. È la stessa unità utilizzata su altri modelli Kymco, con la cilindrata 'tonda' di 125cc, capace di erogare 7kW a 7500 giri e 9,5Nm a 6500 giri, valori piuttosto contenuti, ma vicini a quelli dei concorrenti con raffreddamento ad aria, offerti però a quotazioni più elevate.
Il cambio non può che essere a variazione continua CVT e l'omologazione Euro 3, peccato non vengano resi noti i consumi, un dato che dovrebbe interessare parecchio a chi sceglie uno scooter di questo tipo.
La manutenzione prevede tagliandi ogni 4000km, compreso il cambio olio.

TEST SU STRADA
Una giornata sfortunata per effettuare il test, vista la pioggia a tratti ed il conseguente fondo bagnato, ma forse per questo anche più selettiva.
L'avviamento è immediato e la rumorosità contenuta, sia a livello meccanico che di scarico, lo spunto in partenza è discreto, anche se, ovviamente, non bisogna lesinare con l'accelerazione. La trasmissione, ha un leggerissimo fremito iniziale, poi si distende e fa girare il propulsore ad un regime leggermente inferiore alla coppia massima.
In ambito urbano le prestazioni sono più che sufficienti e allineate agli altri 125 'ad aria' con un discreto allungo che lo porta inevitabilmente a superare i 50km/h di legge. Se la cava quindi senza problemi anche nei tratti con limite a 70km/h, visto che la velocità massima dichiarata arriva a 90km/h. Tangenziali ed autostrade sono invece off-limits, sia per legge che per le prestazioni 'al limite' e non mi sentirei di consigliarlo neppure se avete in previsione di farci del piccolo turismo.
Ciclisticamente si 'lascia guidare', nel senso che non si tratta affatto di uno scooter leggero ed instabile, le ruote da 16" gli conferiscono infatti un'apprezzabile stabilità, anche se l'agilità non è a livello di uno scooter più compatto, ma il raggio di sterzo e la leggerezza ne fanno comunque un apprezzabile slalomista. Si può impegnare anche in qualche 'piega' più allegra, ma il fondo stradale in questo caso non è stato propizio.
Sul bagnato i freni se la sono cavata abbastanza bene, il feeling forse non è eccellente, ma la potenza è discreta e la tendenza al bloccaggio piuttosto remota, anche al posteriore.
Il suo vero punto debole però è il comfort: in primo luogo perché la sella, scivolosa e inclinata in avanti risulta poco accogliente, costringendo il pilota nella sua parte più avanzata, che è anche la meno imbottita, poi per la rigidità delle sospensioni, che se la cavano sul pavé, ma incassano con fatica le asperità della strada e soprattutto le buche. Purtroppo per i lettori interessati (ma fortunatamente per l'Agility) le sospensioni rigide sono piuttosto comuni fra gli scooter, soprattutto economici, mentre la sella sarebbe proprio da rivedere.
Bisogna poi considerare la protezione decisamente contenuta offerta dallo scudo anteriore e quella inesistente del piccolo cupolino.
Per affrontare l'inverno ed il maltempo sarà quindi d'obbligo un abbigliamento protettivo.

ACCESSORI
Per il momento sono limitati al bauletto (73€) e al parabrezza (85€): il primo che si monta sul portapacchi con l'interposizione di un'apposta piastra (22€) può ospitare un casco integrale, mentre il secondo pur offrendo un maggiore riparo dalle intemperie, soffre dei consueti limiti a livello di sicurezza e visibilità.

COMPETITOR
A questo prezzo non ce ne sono, visto che fra i marchi più blasonati è difficile trovare prodotti inferiori ai 2000€, mentre i vari modelli cinesi, oltre che comunque più costosi, non sembrano neppure all'altezza per qualità e dotazioni.
Il concorrente più probabile, anche se comunque più costoso, è il Keeway Outlook 125, che però non ho ancora avuto occasione di provare.

CONCLUSIONI
Presentato ai saloni autunnali, in mezzo a novità ben più appariscenti, è passato quasi inosservato, ma analizzato con più attenzione gli va sicuramente riconosciuta, pur nella sua semplicità, una forte portata innovativa: non si era mai visto un prezzo così contenuto abbinato a qualità costruttiva e dotazioni di questo livello.
Kymco sembra aver introdotto un nuovo segmento, il 'low cost di qualità', come viene definito l'Agility nei comunicati pubblicitari.
I concorrenti sono avvertiti e anche il mercato dell'usato dovrà fare i conti con le potenzialità del 'piccolo-grande' Agility R16.
Naturalmente non manca di qualche piccolo difetto, in primo luogo la conformazione della sella, poi la rigidità delle sospensioni, la protezione e lo spazio per i bagagli, entrambi modesti, ma se la perfezione non si raggiunge neppure coi modelli top di gamma è ancora più difficile da pretendere a questo prezzo.

Testo: Fabrizio Villa
Foto: Simone Romeo Photography



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ABBIGLIAMENTO
Casco:
Nolan N41
Giacca:
Mtech J. Viale
Guanti:
Tucano Urbano Aviatore
Pantaloni:
Tucano Urbano Super Light
Stivali:
Oxtar Freespirit

 

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